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Sniff,
sniff.
L'odore
di Famiglia si sta affievolendo, sta svanendo. Sto cercando di
trattenere questo profumo il più a lungo possibile, ma – sniff,
sniff – viene sostituito dell'odore di gas di scarico, dall'odore
di gomme e di asfalto scaldato. Famiglia è andato via; osservo la
direzione in cui è scomparso. Ritornerà, ritorna sempre. Anche
quando mi lascia a casa, la famiglia ritorna ogni volta. Scodinzolo
al pensiero: la coda sull'asfalto alza la polvere.
Non
mi ha mai lasciato in questa strada sconosciuta. Non capisco perché
dovrei aspettare proprio qui, ma ci sarà sicuramente una ragione.
Il
Sole è quasi sopra di me; tiro fuori la lingua per il calore e mi
guardo intorno.
Qui
ci sono solo contenitori di metallo di tutti i grigi possibili,
contenitori che vanno veloci, che odorano di petrolio bruciato, che
fanno un sacco di rumore e dove gli umani entrano per andare lontano.
La famiglia mi ha portato qui con il suo contenitore. Quando avrà
finito quello che deve finire, tornerà a prendermi per andare a
casa. Magari giocheremo un po' con il bastone.
Sì,
sarebbe bello. Torno a scodinzolare. Solo io e Famiglia che giochiamo
al bastone.
Quel
contenitore tornerà, la famiglia mi farà salire dentro e cercherò
di fargli capire che voglio giocare.
*
La
famiglia abbaiò qualcosa.
Rizzai
le orecchie e mi girai in direzione del suono.
L'umano
ripeté l'abbaio.
Mi
concentrai sul tono: era quello simpatico, il
tono che Famiglia usava quando giocava, quando mi accarezzava o
quando mi abbracciava. A volte anche solo per chiamarmi a sé. Corsi
dietro il suono e trovai l'umano seduto davanti alla scatola che
produce immagini e suoni.
Famiglia colpì le ginocchia con le proprie zampe superiori. Quello
era il segno che voleva avermi vicino a lui.
Non mi feci perdere l'occasione. Due grandi falcate e gli saltai in
braccio, scodinzolando. Gli leccai la faccia, il collo, l'orecchio,
senza preoccuparmi di mirare la lingua in un punto preciso. Mi
accasciai poi sulle sue ginocchia.
Famiglia rise. Mi piaceva quando Famiglia rideva.
L'umano
mi accarezzò: sulla testa, sul
collo, sotto il mento. Mi lasciai coccolare, abbandonandomi
completamente nelle mani di Famiglia.
Poi
vidi il bastone sul pavimento. Saltai giù, lo addentai e iniziai a
strattonarlo. Il gusto del legno mi inebriava l'interno della
bocca. Alcune gocce di saliva saltavano e cadevano sul pavimento:
continuavo a scuotere la testa e a mordere il bastone. La famiglia
abbaiò qualcosa nella sua lingua e rise. Adorava quella risata.
Con
una delle zampe anteriori, la famiglia afferrò il bastone e iniziò
a tirare. Tirai dall'altra parte, ma senza troppa convinzione:
lasciai di proposito il bastone all'umano. Questo abbaiò di nuovo
qualcosa, con il tono simpatico. Non c'erano dubbi: era il momento di
giocare.
Famiglia
emise un suono specifico. Era un comando e lo eseguii: mi misi
seduto, lo sguardo fisso sul bastone.
L'umano
lo alzò con una zampa e con l'altra mi mostrava il palmo. Altro
ordine: dovevo rimanere in quella posizione, finché non fosse
Famiglia a dirmi quando andare a prendere il bastone.
Scodinzolai
per mostrargli che avevo capito, infine abbaiai a mia volta per
invitarlo a sbrigarsi.
Famiglia
lanciò il bastone. Il palmo però era ancora lì, a dirmi di
restare.
Volevo
rincorrere il bastone, ma volevo anche obbedire all'umano.
Soprattutto obbedire a Famiglia. Questo infine abbaiò, ancora col
tono simpatico, l'ordine che potevo andare.
Mi
girai e cercai la scia d'odore del bastone. Lo avrei trovato. Oh, sì,
che lo avrei trovato. Non avrei deluso Famiglia. Volevo sentirlo
ridere ancora e ancora: avrei trovato il bastone e glielo avrei
riportato.
*
Famiglia
non ha riso quando mi ha dato l'ordine di aspettare su questa strada;
forse si tratta di un'emergenza da risolvere, una faccenda seria a
cui non posso assistere. Non importa il motivo. Famiglia ritornerà;
non vedo l'ora di sciacquarmi la bocca con un po' di acqua fresca e
di farmi un'abbuffata di crocchette. Ma non ho l'intenzione di
muovermi da qui: quanto sarà contento Famiglia vedendo che non mi
sono ancora mosso quando ritornerà?
Scodinzolo
osservando il Sole: è sceso quasi fino a toccare la terra.
E non
tocco crocchette da questa mattina.
Non
bevo da questa mattina.
Forse
Famiglia ha avuto qualche problema, uno di quelli che non riesco a
capire: forse il contenitore che lo ha portato via non riesce a
tornare, forse si è rotto qualcosa dentro, forse è bloccato da
qualche parte. Ci possono essere tanti motivi per cui Famiglia non
sia ancora tornato a prendermi. Non si può semplicemente essere
scordato di me. Ha qualche piccolo contrattempo. Sì, dev'essere
così, ma arriverà.
Ho
fame e ho sete, ma starò qui ad aspettarlo come mi ha chiesto.
Famiglia arriverà e mi darà da mangiare e da bere. Userà il tono
simpatico per farmi capire che gli dispiace avermi lasciato qui per
tanto tempo. Mi accarezzerà la testa e poi giocherà con me al
bastone.
Scodinzolo
al pensiero. Al ricordo...
*
La
mia ciotola era vuota. Andai alla finestra per osservare il Sole nel
cielo: Famiglia sarebbe dovuto arrivare ormai. Quando stava via per
troppo tempo, di solito mi riempiva la ciotola prima di partire. Ora
invece era vuota: né acqua, né crocchette.
Un
rumore metallico all'entrata mi fece drizzare le orecchie. Era il
suono con cui Famiglia sbloccava o bloccava la porta. Sniff, sniff.
Il suo odore mi arrivò all'improvviso.
Era
tornato!
Famiglia
aprì la porta: non gli diedi il tempo di posare i sacchi di plastica
che teneva nelle zampe superiori, ma gli saltai addosso, facendogli
perdere quasi l'equilibrio.
L'umano
rise, mentre gli leccavo la faccia. Adoravo quando rideva.
Posò
i suoi sacchi e da uno di questi ne estrasse un altro ancora che io
ben conoscevo: le mie crocchette! Mi accarezzò la testa, mormorando
nel tono simpatico, e s'indirizzò verso la mia ciotola per
riempirla.
Continuò
a mormorare anche mentre mangiavo; non ero arrabbiato con lui per il
ritardo, ma Famiglia sembrava voler insistere ad accarezzarmi e a
coccolarmi. Voleva chiedermi scusa, lo sapevo. Voleva assicurarsi che
io avessi capito il motivo del suo ritardo. Be', io non lo capii, ma
non importava. Capii invece che famiglia non mi avrebbe mai lasciato
da solo a morire di fame.
*
Non
credo che Famiglia si arrabbierà per non aver obbedito al suo
ordine. Voglio solo andargli incontro. Vorrei anche trovare qualche
crocchetta o una pozzanghera; Famiglia capirà perché non sono stato
fermo nel punto in cui mi ha lasciato.
Il
Sole ora non è più nel cielo. I contenitori che corrono veloci ora
hanno dei piccoli soli accesi che illuminano la strada. Vado nella
loro stessa direzione: quella in cui è sparito Famiglia. Mi tengo ai
margini della strada e cammino trascinandomi le zampe.
Sniff,
sniff.
Quanto
può essere andato lontano il contenitore di Famiglia? Non c'è
traccia del suo odore.
Né
di cibo.
Mi
guardo indietro e le luci dei contenitori mi accecano. Non credo che
riuscirei a vedere il punto in cui mi ha lasciato nemmeno se ci fosse
il Sole alto.
Forse
è meglio riposare e aspettare qui. Riprenderò dopo il cammino.
Troverò Famiglia e lui riderà. Adoro quando ride.
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