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Anche questa è musica – Alex Coman
A
mio fratello, Marcy
Shhh...
Lo senti? mi chiedi.
Interrompiamo
il nostro discorso, qualunque esso sia, e ci mettiamo in ascolto. Non
ho altra scelta, in fondo. Un rumore gutturale, basso, un rombo
echeggia contro e pareti delle montagne intorno a noi e ti vedo
fremere per l'eccitazione: i peli delle braccia che ti si alzano
quasi fossero orecchie drizzate, orecchie in ascolto. Ma non lo senti
solo con i timpani, questo rumore, o solo con le braccia. No. Questo
è un suono che senti con i polmoni, che ti vibrano dentro incuranti
del respiro che ti serve per sopravvivere.
Ma è
proprio lì, quando il respiro si ferma, che si vive di più e tu lo
vivi questo suono, vibri insieme a lui come se i cavalli di potenza
sotto quel cofano rumoroso ti galoppassero sotto.
Senti,
senti, senti.
Vvrrruuummm...
Chiudi
gli occhi e ti vedi a quel volante: ora corri, corri fantino,
schiaccia quel pedale e fai sfrecciare quelle centinaia di cavalli
sotto di te. Butta fuori l'adrenalina che ti tieni dentro, falla
uscire nel grido e strilla, esclama, urla!, esprimi la fantasia che
t'abbaglia la mente in quei pochi secondi che dura questo rombo.
Corri,
fantino, schiaccia quel pedale e immagina il movimento dei pistoni
che scorrono su e giù, su e giù, senza mai fermarsi, su e giù solo
per te, solo per il piacere delle tue orecchie. Immagina quel cofano
tuo, perché è tuo in questi pochi secondi, immagina le strade che
percorri in compagnia costante di questo suono, le curve, le frenate,
l'accelerazione, il motore che ti fa le fusa a mezzo metro dal naso:
Vvrruuummm...
Che...
musica, ragazzi!
Con
la mente in viaggio, fantino, premi quel pedale e diventa maestro del
rombo che più ti piace. Io aspetterò che torni.
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