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Quando è partita la prima edizione, l'anno scorso, oltre alla beneficenza, mi ha attirato la sfida, che ho perso miseramente, devo dire.
Quello che vi propongo in questo post sono quindi i miei racconti della prima e della seconda edizione (in quest'ultima sono riuscito ad arrivare terzo, insieme a Anna Rita Foschini), ma non prima di aver aggiunto qualche dettaglio sull'iniziativa.
Partiamo dalla prima edizione. Le regole le abbiamo già menzionate: 300 parole, un personaggio e un ambiente.
Ecco cosa potete leggere anche sul retro dell'antologia:
Per quanto riguarda la seconda edizione, il progetto è molto più ampio di una solita antologia, perciò quando sarà terminato, vi riposto il relativo racconto.
Ecco cosa potete leggere anche sul retro dell'antologia:
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Per quanto riguarda la seconda edizione, il progetto è molto più ampio di una solita antologia, perciò quando sarà terminato, vi riposto il relativo racconto.
Limbo
2° edizione
personaggio: Vampiro - ambiente: Chiesa
Essere.
Verbo
e sostantivo tanto banale da darlo per scontato: tutto ciò che
esiste è. Facile.
Persino
una pietra è, un
batterio, una microparticella di polvere... E io sono come
tutto ciò che è è.
Ma
essere non significa
solo esistere. Ci sono uomini
e donne, animali e piante che sono esseri, in
questo caso viventi.
Guardo questa porta da minuti, tremando.
Posso
forse essere un essere vivente?
Mi muovo, mi nutro nella maniera in cui anche un robot è capace:
“mangia” energia elettrica per svolgere e sue funzioni. Io uso
l'energia vitale degli altri, ma non per questo sono uno di loro.
Sono quindi un robot?
Allora
perché ho paura di questo edificio? E macchine possono forse avere
timore? Possono sentire come io sento? Possono essere come
io sono?
Probabilmente no.
La
porta della chiesa mi sta aspettando, socchiusa. La fisso immobile,
imprigionato nel mio limbo di crisi esistenziale. Pochi passi e
potrei stare in questo luogo sacro dove molti trovano l'essere
divino. Anche se non sono sicuro
di trovarlo, sento la paura che mi circonda come i campo magnetico di
una calamita. Cosa spero di ottenere?
Essere...
Essere
un vampiro non mi basta. L'eternità in questo incubo non è più
allettante. Ho ucciso molte persone, trasformandole dall'essere
al non essere, o
addirittura al non esistere, quasi
volessi risolvere i loro dubbi amletici.
A
volte mi chiedo perché non posso comportarmi come gli altri vampiri,
che si trovano in pace con la loro macabra natura, invece di trovarmi
per l'ennesima volta tra la porta e la scalinata di una chiesa. Forse
sto solo scappando dal mio essere, quasi
pari al nulla, o forse sto cercando la mia anima, persa tanto tempo
fa...
Essere...
È questo che voglio.
Spingo la porta, tremando...
Essere...
Ed entro.
Esame in scatola
1° edizione
personaggio: Studente universitario sotto esami - ambiente: Retrobottega di un Antiquario
La penombra si stirava sulle pareti del magazzino, per poi staccarsi
dalle superfici colmando lo spazio circostante: difficile trovare
quel cofanetto. Ad un tratto, un raggio di luce proveniente
dall'antiquariato tagliò quella chiara tenebra. Pensava solo a non
essere beccato: non immaginava di passare i giorni prima dell'ultimo
esame in prigione. L'ultimo esame, poi la sua caus...
Il raggio si trasformò in un fiume di luce. La porta del
retrobottega, prima accostata, si aprì senza preavvisi, disegnando
i contorni di una sagoma, che si fermò sulla soglia. «Sento puzza
di magia.» disse l'ombra. Spinse un interruttore, illuminando il
magazzino.
“No!” pensò Fincher. “Mi
serve quel cofanetto, mi serve quella laurea.”
Non poteva permettersi di avere quello alle calcagna. Non ora...
“Maledetto cacciatore.”
«Nessuno resiste al cofanetto.» disse l'uomo, ora passeggiando tra
gli scaffali. «Conoscere tutto su ogni oggetto che entri dentro...
questo.» Alzò la mano per venerare una scatola di legno.
“Il cofanetto.”
«Volevi metterci dentro i libri?» Partì una risata. «Ma certo.
Così otterrai la laurea e potrai continuare la tua causa. Diffondere
la magia. Che nobile pensiero!» L'uomo rise ancora. «Ma sai che non
te lo permetterò, stregone!»
Fincher riflettete. Sarebbe potuto uscirne vivo, con il cofanetto tra
le braccia.
«Fatti vedere, mago!» strillò l'uomo.
Così fece.
Due corridoi più lontano, Fincher ribaltò uno degli scaffali nella
direzione dell'uomo. La magia non era indispensabile. La forza di
gravità e l'effetto domino fecero cadere gli altri scaffali. L'uomo
spalancò gli occhi prima di finire schiacciato.
Si avvicinò e prese la scatola. L'uomo non era morto.
«Diffonderò la magia.» disse il ragazzo. Fece un piccolo
incantesimo, trasformando il cofanetto nella memoria dell'uomo, e
mise dentro un piccolo libro tascabile di stregoneria. «Ora sai
tutto e sei anche il mio primo successo della mia causa.» affermò,
compiaciuto.
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