Francesco Franceschini, autore del romanzo "Apocalisse in pantofole", è oggi ospite del blog e questo è per me un grande onore.
Prima di passare all'intervista però, vorrei attirare la vostra attenzione sul booktrailer dell'opera e godervi la sua voce nel reading del video. Memorizzate quel timbro vocale e immaginate di sentirlo anche nelle sue risposte.
Benvenuto Francesco Franceschini. Parlaci un po' di te, prima di tutto.
Ho 46 anni, sono insegnante di Italiano e Storia e
speaker a Radio TNA In Blu. Abito a Terni assieme a mia figlia che ha
12 anni. Nel 2009, assieme a tre amici, ho fondato il gruppo dei
Narrautori che di tanto in tanto mette in scena uno spettacolo
teatrale di reading e canzoni tutto dal vivo.
Cosa ti piace scrivere e come hai iniziato ad alimentare questa
passione?
Mi piace scrivere tutto quello che mi dà emozione. Scrivo dopo aver vissuto, non viceversa, e in ogni storia cerco di mettere ciò che conosco maggiormente: le mie esperienze personali, sia quelle belle che quelle tristi. Ho iniziato a scrivere per gioco verso la fine dell’Università. Poi col tempo è diventata un’attività importante e un modo per comunicare con persone anche lontane che altrimenti non avrei mai intercettato.
I tuoi autori preferiti?
Tanti che è impossibile citarli tutti. Se parliamo di romanzieri
direi: Albert Camus e John Fante. Diversissimi tra di loro ma
comunque straordinari. Il primo dotato di un talento narrativo
raffinato, molto decadente; il secondo limpido, estremamente
cinematografico, moderno. Due mostri sacri.
Parliamo del tuo libro: come hai iniziato a scriverlo, cosa ti ha
ispirato e, soprattutto, di cosa si tratta?
Il mio primo romanzo si intitola “Apocalisse in pantofole”, ho iniziato a scriverlo quasi per scherzo, da un’idea un po’ informe che pian piano si è irrobustita e strutturata. La storia comincia quando nel nostro mondo smette di piovere e il vento di soffiare. Le temperature salgono ovunque, la gente ha paura perfino di uscire di casa. Si aspetta la fine del mondo che in realtà non arriva e l’umanità trascina la propria esistenza stancamente. Vari personaggi si intrecciano attorno all’io narrante: Edoardo Balzani, un quarantenne che vive di rendita per aver vinto un reality show quand’era ragazzo. Ci sono situazioni drammatiche, comiche e grottesche, a volte mischiate le une alle altre, come succede nella vita vera.
Qual è il personaggio creato da te che più ti piace? E qual è
il personaggio che ti rispecchia di più?
Mi piacciono tutti i miei personaggi ma sono particolarmente legato,
oltre che a Edoardo, a una donna che lui incontra durante un weekend
al mare: Dorothy. Tra i due c’è un rapido flirt; lei è una
ragazza in gamba, sicura di sé e indipendente. Mi piacerebbe
incontrare nella vita una persona così. Il personaggio nel quale
più mi ritrovo è invece Corso, un dodicenne che racconta a Edoardo
di aver fatto uno strano sogno, in cui si ritrova ad aver
cinquant’anni e una vita impostata male, infelice. Vorrebbe
tornare indietro nel tempo, Corso, ricominciare la vita da capo e
forse, in qualche modo, ci riesce.
Hai intenzione di scrivere altro?
Sì, ho ultimato il secondo romanzo, ancora senza titolo, che uscirà
a novembre 2013 - in tempo per la fiera Più libri Più liberi
di Roma - sempre per la stessa casa editrice del primo, la
VerbaVolant di Siracusa. Un’editrice free la cui fondatrice e
responsabile, Fausta Di Falco, è ormai diventata mia amica e punto
di riferimento editoriale. Nel secondo romanzo racconto la storia di
Mirka, una quindicenne che è sconvolta dall’inspiegabile suicidio
dei genitori e viaggia con lo zio in cerca di un’alternativa al
destino, che vuole che lei vada a vivere con i nonni, che detesta. A
un certo punto incontra Dio, sceso sulla terra per una vacanza: un
incontro dalle conseguenze imprevedibili che coinvolgeranno molti
personaggi e la costringeranno a crescere, in un modo o nell’altro.
Il lettore dei miei romanzi è chiunque, a prescindere dall’età,
abbia voglia di divertirsi e magari porsi qualche domanda sul mondo
in cui viviamo e sulle sue contraddizioni.
Oltre alla scrittura e alla lettura, quali sono le tue
passioni?
Come detto: la radio; poi il cinema, la buona musica italiana e i fumetti d’autore.
Dai un consiglio agli scrittori esordienti.
Di essere sempre molto esigenti con se stessi, rileggere mille volte ciò che si è scritto e farlo leggere a persone competenti che possano dare un giudizio disinteressato. E poi non affidarsi a editori a pagamento. Se un testo è valido un editore serio investe tempo e denaro per pubblicarlo, e non chiede soldi all’autore.
Ringrazio Francesco Franceschini per l'onore concessomi e spero mi possiate perdonare per la banalità delle domande, dopo tutto, è solo la mia seconda intervista.
Complimenti all'autore, il trailer è un'invito a leggere il libro, e anche l'intervista!
RispondiElimina