Interrompiamo
il nostro discorso, qualunque esso sia, e ci mettiamo in ascolto. Non
ho altra scelta, in fondo. Un rumore gutturale, basso, un rombo
echeggia contro e pareti delle montagne intorno a noi e ti vedo
fremere per l'eccitazione: i peli delle braccia che ti si alzano
quasi fossero orecchie drizzate, orecchie in ascolto. Ma non lo senti
solo con i timpani, questo rumore, o solo con le braccia. No. Questo
è un suono che senti con i polmoni, che ti vibrano dentro incuranti
del respiro che ti serve per sopravvivere.
Ma è
proprio lì, quando il respiro si ferma, che si vive di più e tu lo
vivi questo suono, vibri insieme a lui come se i cavalli di potenza
sotto quel cofano rumoroso ti galoppassero sotto.
Senti,
senti, senti.
Vvrrruuummm...
Chiudi
gli occhi e ti vedi a quel volante: ora corri, corri fantino,
schiaccia quel pedale e fai sfrecciare quelle centinaia di cavalli
sotto di te. Butta fuori l'adrenalina che ti tieni dentro, falla
uscire nel grido e strilla, esclama, urla!, esprimi la fantasia che
t'abbaglia la mente in quei pochi secondi che dura questo rombo.
Corri,
fantino, schiaccia quel pedale e immagina il movimento dei pistoni
che scorrono su e giù, su e giù, senza mai fermarsi, su e giù solo
per te, solo per il piacere delle tue orecchie. Immagina quel cofano
tuo, perché è tuo in questi pochi secondi, immagina le strade che
percorri in compagnia costante di questo suono, le curve, le frenate,
l'accelerazione, il motore che ti fa le fusa a mezzo metro dal naso:
Vvrruuummm...
Che...
musica, ragazzi!
Con
la mente in viaggio, fantino, premi quel pedale e diventa maestro del
rombo che più ti piace. Io aspetterò che torni.
Vedo solo la sua nuca e i suoi capelli. Mi alzo e lo osservo per
intero: i pantaloni abbassati fino alle ginocchia, culo all'aria.
Credo che stia piangendo, non so se per il dolore o per la vergogna.
Mi giro verso la bambina e sento che la domanda inizia a insinuarsi
tra i miei pensieri. Cosa c'è che non va in me? Me lo chiedo ogni
volta, ogni santa volta, quando vedo, sento su di me il peso, la
paura, il terrore degli occhi sgranati e lucidi. Come quelli di
questa bambina, raggomitolata nell'angolo del garage, braccia che
circondano le ginocchia, incapace di decidere se ringraziarmi o avere
paura di me.
Ed ecco che anche Giovanni Tasca si cimenta in questa piccola sfida, anche se non ha accettato tutte le regole del gioco (clicca qui per vederle). Buona lettura, gente!
Vaso di fiori 5
Sono un vaso di fiori bellissimo... I miei petali sono colorati,le mie fogli verdissime. Sopra questa scrivania tutto tace, tutto è fermo... Fogli di carta che si muovono al ritmo che da il vento ,che penetra dalla finestra semichiusa. Mi pettino e mi stiracchio perché qua non succede mai nulla il fine settimana... Il telefono è muto, voci, parole, niente, tutto troppo calmo. Ho tanta sete adesso, le mie radici si allungano, ma non trovano più nulla, cosa faccio?/come faccio? Ho bisogno d'acqua. Oh mio dio!?! I miei petali stanno appassendo, oh dio!! Non sono più bello come stamattina! Non posso vedermi così! Qui non mi vuole bene nessuno... Niente acqua, niente vita, è troppo caldo qui, provo a piangere, ma niente, non ho più forza... Adesso chiudo gli occhi per non soffrire e non pensare, se il vento mi sveglierà, gli dirò di riposarsi, perché vorrei sognare di essere in un prato per sentire il mondo sotto di me crescere. Buonanotte a Lunedì.
Ed ecco anche il racconto di Francesco Mazzilli, presente al laboratorio di scrittura. Vi lascio il link al suo blog e vi ricordo le regole del gioco. Ambiente: ufficio deserto Tempo: da sabato sera a lunedì mattina (prima dell'apertura dell'ufficio) Personaggi: nessun essere vivente più grande di un scarafaggio Battute max: 4000 (solo indicativo) Buona lettura, gente! Continua a leggere...
L'esperimento del post precedente ha attirato qualche scrittore, che ha accettato la sfida di far muovere questo vaso dai fiori finti, senza che nessuno lo tocchi. Si tratta in questo caso di una scrittrice, Franca Riso, che ha deciso di scrivere ben due versioni. Perciò, buona lettura gente!
Bene gente! Grazie al nostro già citato Francesco Franceschini (autore di "La quarta persona più importante" e di "Apocalisse in Pantofole" - Verbavolant edizioni) parte un piccolo esperimento per scrittori: scrivere un breve testo, nel quale un vaso di fiori (finti) si sposti dentro un ufficio, senza che nessuno sia presente (fate finta che sia di sabato sera, quando l'ufficio è chiuso e tutti stanno già a casa). Ecco, io ho fatto questo compito, prendendo come scusa proprio la falsità dei fiori e inserendo una premessa, ovvero che il narratore, per non far intoppare la storia, deve far cadere questo vaso. Perciò, immaginatevi un prima e un dopo questa breve scena senza personaggi.
Regole dell'esperimento:
Ambiente: ufficio deserto
Tempo: da sabato sera a lunedì mattina (prima dell'apertura dell'ufficio)
Personaggi: nessun essere vivente più grande di un scarafaggio
Battute max: 4000 (solo indicativo)
La
videocamera è accesa, aspetta solo me e il mio spettacolo. Mi
avevano detto di riprendere solo sorrisi e risate, baci e abbracci e
altre smancerie false. “E non ti scordare della verità.”
mi avevano detto. “La verità è importante, per questo
la devi rendere accettabile.”
Accettabile.
Avrei
voluto confutare i miei datori di lavoro, avrei voluto menzionare
almeno una dozzina di filosofi e poeti, che nemmeno ricordo, per
contrastare quello che avevano affermato, ma mi ero limitato a
un'alzata di spalle. “Ricorda, è una cena di
beneficenza, quindi sorrisi e risate, baci e abbracci.”
In
questo posto l'odore è diverso. A solo qualche decina di metri dal
pub, il profumo nauseante dei drink, il fumo delle sigarette e il
gusto inebriante della marijuana – gusto che, in maniera molto
furba, passa prima dalle narici – tutto questo non esiste più, se
non in una piccolissima parte, proveniente dal mio bicchiere. Ma
l'odore del Martini che ho in mano non può nulla contro quello
dolciastro di questo posto, che, come il pub, si affaccia sul lago –
sempre che una grande pozzanghera d'acqua possa avere una faccia da
affacciare. Sorrido. Mi sembra buffo pensare all'odore dello stagno,
con le sue foglie cadaverizzate che galleggiano su questa piccola
superficie e non su quella del lago. Mi sembra buffo pensare a uno
stagno che guarda un lago, ma questo stagno è ciò che è, con i
suoi bordi alzati verso il paese e abbassati verso il lago. Siamo io,
lei, uno stagno e un lago. Potrebbe essere bellissimo.
Ma
c'è il pub, che si avvicina di più al motivo per cui sono qui.
Il
suono invece è lo stesso, o quasi. La musica e i battiti del suo
tempo mi fanno vibrare ancora i timpani, ma il petto non subisce più
quel ritmo doloroso come se fossi all'interno. Ma il suono non è
solo la canzone house del momento, bensì anche i versi delle rane,
che, nascoste dietro a uno dei cadaveri vegetali ai margini dello
stagno, brandiscono la loro voce, combattendo a pieni polmoni contro
il rumore del pub. Ci sono anche le zanzare che all'orecchio – come
se fosse un grande segreto – mi svellano quella perenne z lunga e
acuta. E sono pronto a scommettere di sentire un elicottero, anche se
nel cielo non vedo nessuna luce lampeggiante.
Ah,
ma di luci ne vedo un'infinità: tante piccole esplosioni a lunga
durata e fisse sullo sfondo notturno. Questa vista non ha nulla a che
vedere con quella del pub. Nulla. Perché le stelle non sono solo
luce; luce che all'interno andava e veniva tanto velocemente da
rischiare l'epilessia. Le stelle sono atomi che si trasformano in
altri atomi, uomini che ambiscono a essere altri uomini, le stelle
sono sogni, progetti, contemplazione...
Il
suono dell'elicottero si fa più intenso, distogliendomi dal mio
breve momento di riflessione. Rimango sdraiato, ma giro la testa e
capisco soltanto ora che in realtà è una libellula che, forse
invidiosa delle zanzare, è venuta a svelarmi i suoi segreti. È la
prima volta che riesco a vedere una libellula in dettaglio,
nonostante la penombra che avvolge lo stagno. Forse alcol e fumo
ragionano per me in questo momento, ma, oltre alla differenza tra le
palle di un elicottero e le ali dell'insetto, la somiglianza è
notevole. I suoi grandi occhi sembrano fissarmi per un istante –
magari è proprio così – e poi svanisce con uno scatto. Non riesco
nemmeno a capire da che parte sia andata.
Ora
che la mia vista è più ampia e non ho più l'insetto davanti,
riesco a vedere lei, sdraiata come me a pancia all'aria. Noto la
siringa accanto al suo braccio destro e capisco che lei sia già
partita per un viaggio ancora più lungo di quello che offre la cara
marija. La osservo per un istante, soffermandomi sulla forma che
hanno assunto i capelli biondi, infiltrati tra i fili d'erba scuri
nella notte. Io mi trovo tra lei e lo stagno, tutti rivolti verso il
lago. Sono pronto a partire per un altro viaggio a mia volta, perciò
infilo le mani nelle tasche dei jeans ed estraggo la mia dose. Senza
alzarmi, mi avvolgo l'avambraccio con un elastico e aspetto qualche
istante.
Nel
frattempo osservo la siringa. All'interno sembra ci sia solo acqua,
dolce e pulita come quella del lago, dolce come quella dello stagno.
Rigiro la testa verso quest'ultimo, magari proprio in cerca della
libellula di prima. Forse lei può fermarmi, forse lei può svelarmi
come fare, come tornare umano e vivere da umano, non da distributore
di viaggi, ladro di futuri, portatore di morte. Forse bastava
lasciare tutto com'era, come questo stagno, che non ha avuto
l'ambizione di diventare il lago poco più lontano. Forse era meglio
fermarsi addirittura all'epoca dei dinosauri che si mangiavano a
vicenda per cibarsi senza avere altra scelta, invece di popolare il
pianeta con uomini come me, in cerca di ragazzine pronte allo sballo.
Forse,
forse, forse...
Sorrido
di nuovo. Possibile che nessuno si sia mai chiesto perché la prima
dose sia gratis? Mi giro verso la ragazza sdraiata accanto a me.
Cerco di provare qualche rimorso, qualche senso di colpa per averle
dato quella merda, invece di fermarmi con lei qui, a osservare
elicotteri, sentir bisbigliare le zanzare e il festival delle rane, a
stare sdraiati e a contemplare le stelle. Cerco in tutto me stesso e
non trovo assolutamente nulla, se non un senso di piacevole guadagno,
sapendo che per la prossima dose la ragazza mi avrebbe pagato molto
bene. Stupidi mammiferi. Stupidi stagni che cercano di essere laghi.
Stupida ragazzina. È tutta loro la colpa per cui io non provo
niente.
All'improvviso
la ragazza inizia ad agitarsi. Forse, per essere la prima volta, ne
ha presa troppa e ora è in overdose, ma non riesco a fare a meno di
ritornare con gli occhi sulla siringa. Nessun rimorso per colpa di
questa. Una stupida siringa.
Infilo
finalmente l'ago nella vena ormai sin troppo gonfia per la pressione
dell'elastico e mi dimentico dei dinosauri, delle libellule, del pub,
dello stupido stagno, dello stupido lago, delle stelle, dei sogni,
delle stupide rane, dello stupido... tutto; mi rigiro verso la
ragazza. Nulla. Non sento ancora nulla. Stupida coscienza, fanculo!
Perché tu non esisti.
Premo
con il pollice sulla siringa e mi inietto la mia dose, la mia stupida
dose. Rivolgo di nuovo l'attenzione al cielo e non vedo più le
stelle, ma solo puntini. Punti bianchi e opachi, senza il minimo
luccichio.
Bene, gente. Ecco che gli amministratori di B.L.U (logo in alto a destra del blog) mi chiedono se posso leggere per loro una nuova antologia intitolata "Amore e Morte" per una futura recensione.
Visto che la "U" della sigla sta a significare "uniti", ho accettato di buon grado e ho inserito questo titolo nella mia lista di letture. Poiché questa lista non è molto corta, intanto vi lascio la segnalazione del volume.
Si parte da "Il mondo dello scrittore" (che ha proposto il tema dell'antologia), fondato nel febbraio del 2012 da Irma Panova Maino, inizialmente come gruppo Facebook, un luogo pensato per dare spazio alle promozioni dei libri degli autori presenti in rete. Tuttavia, fin da subito, si è evidenziata la necessità di non circoscrivere tale vetrina solo al social network, ma di espandere la promozione anche in tutto il web ed è stata questa la spinta che ha fatto sì che nascesse una stretta collaborazione con Andrea Leonelli e il suo blog Opinions on Books. In capo a pochissimo tempo anche Elisabetta Bagli si è inserita nella collaborazione, condividendo la stessa filosofia e gli stessi ideali, apportando, a sua volta, quella creatività e quella passione che hanno permesso di far crescere il network. Nel marzo dello stesso anno è stato creato il sito Il Mondo dello Scrittore (precisamente il 2 marzo), il quale ha iniziato a raccogliere sotto di sé una fitta rete di collaborazioni e un circuito comprensivo di altri blog, in grado di aumentare ulteriormente la visibilità degli autori presenti.
Nel 2014, vista la costante necessità di trovare collaboratori validi, in grado di assumersi determinate responsabilità, Sauro Nieddu è stato inserito nello staff amministrativo, seguito a breve da Andrea Marinucci Foa, Manuela Leoni e Marina Atzori.
Oggi il network è diventato una realtà e un punto di riferimento nel web per tutti coloro che vogliono promuovere le proprie opere, oppure per tutti coloro che desiderano avere contatti più ravvicinati con il mondo dell’editoria e conoscere gli argomenti ad esso collegati.
Parliamo ora dell'antologia.
Da sempre l’amore è strettamente legato alla morte. Persino la nascita, gesto d’amore per eccellenza, è un atto destinato a culminare con la morte. Entrambe le manifestazioni costituiscono le basi dell’essere umano, dandogli quella concretezza e quella motivazione necessarie a renderlo mortale, volubile e ineludibile innanzi al destino. Nessuno può ribellarsi al fato ed esimersi, almeno per una volta nella vita, di esporsi all’una o all’altra. E, per quanto si possa credere di sfuggire all’amore, alla chiamata della morte non c’è speranza. Questo il tema proposto nel concorso Amore e Morte indetto da Il Mondo dello Scrittore in collaborazione con EEE (Edizioni Esordienti Ebook). L’antologia raccoglie i 15 migliori racconti pervenuti, con altrettante personalissime interpretazioni di autori non ancora conosciuti, ma sicuramente interessanti e promettenti.
Il Mondo dello Scrittore non è una casa editrice, per questo l’antologia è stata pubblicata da Edizioni Esordienti Ebook. Vi state chiedendo il perché? Presto detto: l’editore ha già una piattaforma distributiva diffusa, ben avviata e conosciuta. L’editore sa bene come affrontare i costi di gestione di tale piattaforma, oltre a dare prestigio alla pubblicazione, cosa che non avverrebbe con un self publishing anche se ben fatto e curato. L’editore garantisce ulteriori canali che aumentano la visibilità (sito, blog, canale youtube con video, newsletter...). Essere pubblicato un’antologia di questo genere offre all’autore un surplus di visibilità.
Ecco la lista degli autori e dei titoli presenti dell'antologia:
Il cadavere elegante di Tiziana Sartorati
Pezzi di Gingerino di Fabrizio Castellani
Senza fine alcuna di Daniela Cavone
Tra la pioggia di Manuela Chiarottino
Verso dove di Andrea Tavernati
Non startene al vento di Stella Stollo
Il fantasma di un amore di Monica Portiero
Io resterò farfalla di Roberta Andres
La carezza fredda della neve di Luca Ranieri
Non quando Esso vive di Annarita Petrino
Il racconto della montagna di Gianni Antonio Palumbo
La falsa porta di Marilena Fonti
Un Dolce Fantasma di Roberta Boscolo
La cenere e la sabbia di Manuela Leoni e Andrea Marinucci Foa
Sogni ricorrenti di Alex Costa e Nicole Adami
Detto questo, potete scaricarvi il libro online da Amazon, Kobo, Rizzoli, Mondadori e molte altre piattaforme. Buona lettura, gente!
Camminando per le strade della conca ternana, è possibile imbattersi in uno dei tanti adesivi come quello che si vede sulla copertina del libro "Konka, prove di fughe e di resistenza" di Alessandro Chiometti, autore di cui sono particolarmente fiero, poiché, contribuendo al progetto DuO con una sua opera, è spiccato in mezzo ad altri autori vincendo il primo premio di un evento (del progetto DuO, appunto). Attira quindi l'attenzione di Dalia Edizioni e poi, dopo non moltissimo tempo, BAM! se ne esce con il suo primo libro.