Spero di essere riuscito a fare una miscela giusta, avendo scelto Alì Babà come protagonista. Per il resto, godetevi la lettura!
***
Urgenze
finanziarie
Alì Babà lasciò il coltello, i medaglioni e i braccialetti dentro
una delle piccole cassette anonime all’entrata della banca; la
chiuse ed entrò di nuovo dentro la cabina di controllo.
«Prego, depositare tutti gli oggetti metallici.» si sentì dire per
l’ennesima volta dalla voce robotica. Era più di un quarto d’ora
che cercava di entrare nella banca senza successo.
«Maledetti sensori.» imprecò. «Che altro mi sono scordato?»
Decise di lasciare anche la sua borsa, nonostante non ci fosse nulla
che potesse dare fastidio a quella cabina maledetta. Solo un paio di
monete e qualche... «Le monete!» esclamò. Ecco cosa faceva sì che
la porta rimanesse chiusa.
Essendo piena di oggetti di valore, nella prima cassetta non c’era
più spazio nemmeno per un ago. Ali Babà ne aprì un’altra, ci
mise dentro la borsa con le monete, la chiuse e ripose la chiave in
tasca, insieme alla prima; quindi cercò di nuovo di entrare nella
banca. «Prego, depositare tutti gli oggetti metallici.»
«Oh, dai. Che altro c’è ancora?» chiese irritato, battendo con i
palmi delle mani sul vetro spesso della cabina. Tin, tin, tin. Gli anelli che indossava produssero un rumore sulla superficie
trasparente. «Ah, gli anelli!»
Uscì dalla cabina. Aprì una terza cassetta e, frettolosamente, si
liberò degli anelli con grosse pietre preziose: avendone almeno tre
per ogni dito, non bastò qualche secondo per finire l’operazione.
Si ritrovò con tre chiavi di cassette diverse in tasca.
Entrò nella cabina, nero in volto. «Prego, depositare tutti…»
«Ah, dannazione!» Espresse la sua rabbia picchiando i pugni sul
vetro. «Che altro vuoi da me, maledetta femmina computerizzata?!»
«Prego, depositare tutti gli oggetti metallici.»
Uscì dalla cabina e si mise a camminare nervosamente. «Cosa ho ancora addosso? Ho posato tutto l’oro che avevo.» Poi si ricordò della
cavigliera. Sbuffò, andò alle cassette e aprì la terza: c’era
ancora spazio. Togliendosi la cavigliera, notò il marchio delle sue
Nike, in oro. Sospirò: «Senza scarpe non entro in banca.» Aprì
tutte le cassette e riprese la sua roba.
Quaranta uomini fissavano la cabina di controllo della banca. La
gente intorno correva impazzita, in cerca di riparo.
«Pronti!» ordinò Alì Babà.
I ladroni puntarono le loro armi calibro 50.
«Sparate!»
Il vetro antiproiettile non si ruppe in un primo momento, ma dopo una
raffica di colpi iniziò a scheggiarsi.
«Ricaricate e sparate!»
I quaranta ladroni non se lo fecero ripetere. Dopo diversi tentativi,
la cabina di controllo della banca cedette.
Alì Babà entrò, impugnando la propria pistola e tenendola bene in
vista.
«Prego, depositare tutti...»
Puntò l’arma contro l’altoparlante e sparò: «Stai zitta,
dannazione!» Si
diresse al banco, da dove gli impiegati impietriti osservavano la
scena. Alì infilò la pistola nella cintura. «Salve.» disse.
«Vorrei aprire un conto. Con chi devo parlare?»
ahahahah.....molto divertente....bravo Alex!
RispondiEliminaGrazie Luca :)
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