Vi propongo un altro estratto del mio romanzo in corso, sperando che sia di vostro gradimento. Lo scopo è quello di capire se, grazie a questo breve testo, riuscirò a suscitare la dovuta curiosità, ovviamente, ma anche di ottenere consigli su eventuali incongruenze ed errori.
Il personaggio rientra tra quelli speciali, se mi passate il termine. Per comprendere meglio l'estratto, posso dirvi che ha un ché di mistico, ma nulla di più.
Buona Lettura!
...
Osserva.
Anche questa porta è trasparente, fatta di sabbia trasformata in
vetro. Anche questa si apre descrivendo un arco, ma verso l'esterno.
L'interno è ancora visibile: la sala d'ingresso è vuota. Non c'è
nessuno dentro la biblioteca, ma lui non lo sa. Tra la porta e lo
stipite, il pacchetto di sigarette.
Entra.
L'allarme
resta in silenzio.
Non sa cosa siano, ma vede
molti annunci, alcuni dei quali simili ai volantini che ha trovato a
Salonicco. Qui sono più grandi. Arthur Allemann e Il Potere
degli Uomini. Sui grossi fogli ci sono tutte le informazioni,
anche il piano e la sala dove si terrà la conferenza dello
scrittore, ma lui non lo sa. Non capisce.
Si
guarda per qualche istante intorno. L'edificio è delimitato dal
cemento. Forze descrivono il motivo per cui si regge e non cadde su
se stesso. La gravità trascina tutto il materiale verso il basso,
pilastri e muri portanti impediscono la caduta e sostengono i
pavimenti, i pavimenti sostengono armadi e altri mobili, mobili
sostengono oggetti...
Alla
sua destra vede due porte di metallo. Si avvicina. Sulla parete
adiacente si trovano vari pulsanti. Ne preme uno e chiama...
l'ascensore. Corde e contrappesi fanno scendere la cabina
lentamente, schede di circuiti elettronici la fanno fermare dove
richiesto. Le porte di metallo si aprono.
Entra.
Altri
pulsanti, che indicano altri piani, più in alto.
Gli
accarezza uno per uno, leggendo senza capire formule che appaiono in
sovrapposizione. La sua vista descrive più realtà, ma non capisce.
Emozioni indefinite esplodono dentro di lui... Preme uno dei pulsanti
e si accende.
La
cabina sale e si ferma al primo piano. Cammina. Un paio di corridoi.
Stanze e aule. Molti libri. Alcuni computer. Un paio di pubblicità
vistose. Tavoli e sedie sparse.
Su
una delle porte c'è l'annuncio di prima. Il Potere degli Uomini.
Entra.
La
sala è grande, molte sedie. Una parete bianca in attesa di una
proiezione. Alcuni libri sopra una scrivania. Nulla di tutto ciò lo
entusiasta.
Ma
tutto ciò ha una propria regola, un proprio perché. Soprattutto,
c'è una formula comune a tutto.
Forza
gravitazionale.
La
Terra chiama tutti gli oggetti a sé, perché dalla Terra sono
venuti.
Le
sedie sono alberi tagliati e modellati, le persiane chiuse sono
minerali rivestiti di petrolio, i muri sono rocce frantumate...
La
Terra chiama tutti a sé...
Non
osserva la sala, non guarda i libri, non tocca le sedie.
Va
alla scrivania. Sopra, in maniera del tutto disordinata, ci sono
alcuni documenti stampati, un paio di matite e qualche penna. Non conosce il loro uso, non sa cosa siano. Prosegue, arrivando in fondo alla
sala. Sul muro bianco spicca il blu di una porta a destra e, come le
equazioni che la descrivono, si differenzia dal resto della formula.
La apre. Dentro è buio, o meglio, la quasi totale assenza di fotoni
rende gli oggetti all'interno difficilmente visibili, ma lui non se
ne preoccupa, perché non sa cosa voglia dire luce. Entra deciso ed
esce quasi subito, portando dentro la sala della conferenza una scala
di alluminio e... una scatola. Una cassetta degli attrezzi,
utile per preparare il necessario per l'evento di quella sera. Il
Potere degli Uomini. La poggia sul pavimento che impedisce la
caduta fino al suolo da cui emerge l'intera biblioteca. L'equazione
fluttua nell'aria attorno alla cassetta, ma lui non sa cosa
significhi. La apre.
Dentro,
decine di utensili. Un... cacciavite... e un... martello
attirano la sua attenzione. Li prende sulle mani e gira il capo
verso il soffitto, sul quale agiscono forze gravitazionali. Stringe
nella mano gli utensili, prende la scala di alluminio e la posiziona
in un punto preciso. Sale, contrastando la formula.
La
Terra chiama tutti.
Si
avvicina al soffitto tanto da accarezzarlo. Le scritte galleggianti
evidenziano diversi punti sensibili nello strato di malta e cemento
di due centimetri. Si ferma con le dita su uno di questi. C'è una
crepa. La formula di prima levita davanti ai suoi occhi.
La
Terra chiama tutti...
Mette
il cacciavite nella microfessura e lo colpisce con il martello. La
formula vibra, se pur di poco. Un altro colpo. Un'altra vibrazione.
La scritta invisibile cambia alcuni valori. All'equazione si aggiunge
una variabile.
Scende
dalla scala e la posiziona da un'altra parte. Sale e accarezza il
soffitto. Un'altra piccola fenditura. Un altro colpo. La formula
cambia. Un altro colpo.
Cambia
di nuovo posizione. Osserva, tocca, sente, ma non capisce. Un altro
colpo. La formula s'indebolisce. Un altro colpo.
Colpi
su colpi.
Il
soffitto... è cambiato.
La
Terra chiama tutti a sé...
La
forza gravitazionale è ancora contrastata, ma di poco.
Si
dirige verso la finestra. La apre. Le apre tutte. Finestre e
persiane. L'aria fuori è umida.
La
sala s'invade di luce, ma questa non pesa e non aiuta la Terra... Non
in quel compito. Dovrà aspettare la sera, quando pioverà...
Rimette
scala e attrezzi nello sgabuzzino di prima e chiude la porta blu.
Esce dalla sala.
Arriva
all'ascensore di prima che lo porta al piano di sopra. Si dirige
verso un'altra stanza ancora e la trova subito, anche se non è mai
stato in quella biblioteca. Senza indugiare, entra. Questa volta
osserva il pavimento: sotto a questo c'è il soffitto di prima e lo
strato di malta e cemento. Al centro, l'umidità dovuta a tubature e
impianti malandati. Queste aiuteranno la Terra.
Cammina
lungo il perimetro della stanza e apre tutte le finestre.
Si
guarda di nuovo intorno, senza osservare la stanza o gli oggetti
all'interno, ma notando che le scritte invisibili sono
cambiate. Se ne va, perché pioverà...
La
Terra chiama tutti gli oggetti a sé, perché dalla Terra sono
venuti.
...
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