Oggi è il turno di Mirco Mazzini, autore di "Corri ragazzo, vai...", un libro che ho letto volentieri e per questo lo vorrei proporre anche a voi. Per farvi un'idea del romanzo, ecco la sinossi:
E ora passiamo all'autore.
Mirco Mazzini,
benvenuto nel mio nuovo e piccolo mondo. Ti piace?
Molto, senza retorica e senza
complimenti gratuiti. Mi piace
l’alternanza di argomenti:
i tuoi racconti mixati alle
interviste agli autori. E‘
un contenitore di parole
variegato.
Parlaci un po' di te,
prima di tutto. Cosa ti piace scrivere e
come hai iniziato ad alimentare questa passione?
Scrivo da sempre, fin
da ragazzo e, magari la qualità è quella che è…ma ammetto che mi
riesce con sostanziale facilità. Forse proprio perché mi piace
farlo. Magari avrei dovuto capirlo prima ed impegnarmi un po’ senza
aspettare di essere over quaranta. Da ragazzo ero propenso alla
fantascienza e ai gialli ma ora mi piace la narrativa in senso
generale, in particolare i racconti che hanno il pregio (a volte
sfidante) di concentrare in spazi ridotti piccoli/grandi Universi.
Anche se la “svolta” nel pubblicare qualcosa di concreto me l’ha
data la silloge di poesie “Sotto la corteccia”.
Quali sono i tuoi autori
preferiti o quelli che ti hanno ispirato la strada della scrittura?
Premesso che
vorrei poter leggere di più, avrei molti autori da citare (qualche
classico come Pirandello o il mio favorito “reporter del
Centroamerica” Pino Cacucci) ma sopra di tutti, senza dubbio,
Niccolò Ammaniti. E’ l’unico autore di cui ho letto (e spesso
riletto) ogni riga.
Parliamo del tuo libro:
Come hai iniziato a scriverlo, cosa ti ha ispirato e, soprattutto, di
cosa si tratta?
Il romanzo è un
viaggio: orizzontale negli spazi e verticale nel tempo. Il viaggio in
senso letterale dei due protagonisti diventa “la scusa” per
attraversare il tempo dei ricordi fino agli anni settanta che sono un
po’ la radice, l’infanzia o l’adolescenza delle generazioni
oggi adulte. L’ispirazione primaria è nata da un paio di viaggi
proprio nei luoghi in cui è ambientata parte della vicenda (Cuba e
Messico) ma anche l’ispirazione ha preso “a pretesto” questo
movimento verso nuovi spazi per esprimere ciò che più mi ha
esaltato: narrare un’epoca che viviamo in tanti con profonda e
positiva nostalgia. E’ una storia di recuperi, andate e ritorni,
amicizia…ma a mio avviso soprattutto nostalgia.
Dopo averlo
pensato, abbozzato e infine scritto ho rischiato, come molti
esordienti di avere un manoscritto da chiudere in un cassetto poi ho
incontrato una Casa Editrice modesta, locale, ma molto affine al
sottoscritto e ci siamo piaciuti a vicenda…tanto da riuscire ad
evitare canali di pura auto pubblicazione, sostituiti da vera e
onesta collaborazione.
Qual è il personaggio
creato da te che più ti piace?
Escluderei i due
protagonisti per concentrarmi su alcune “macchiette”
caratteristiche dei ricordi che affiorano nella memoria del narrante:
“caratteristi di quartiere” figli dell’invenzione ma tipici
della mia città: Bologna.
Mago è il soprannome del
tuo protagonista. La sua personalità rispecchia la tua?
Mi piace disconoscere
riferimenti autobiografici…ma chi mi conosce non si fa ingannare: è
innegabile che in quel personaggio ci sia un po’ la mia vita,
volutamente dissimulata dalla finzione “scenica” ma che affiora
spesso e volentieri.
Nel libro nomini spesso
Orzowey, di cui Willy è il sosia. Come mai questa decisione?
Il romanzo è...
evocativo. Ed il titolo (e il nome del co-protagonista) non potevano
che esserne l’emblema. Tu sei giovane ma se canticchi a un
trenta/quarantenne/cinquantenne “Corri ragazzo vai.” hai molte
probabilità di farli pensare ad Orzowey. Il telefilm nella
fattispecie non era magari tra i migliori, ma la sigla... questo nome
esotico…sono un simbolo.
Le descrizioni dei luoghi
sono molto ben dettagliate, tanto che un lettore potrebbe pensare che
lì hai visitato di persona. E' così?
Alcuni sì. Altri
traggono spunto da qualcosa di visto con gli occhi ma poi regalato
alla penna.
Hai intenzione di
scrivere o stai scrivendo altro?
Oltre a cose
estemporanee: qualche racconto, un editoriale periodico di taglio
sportivo e ho in mente (per ora in testa e su qualche brogliaccio) un
romanzo. Trama, personaggi, vicenda e dettagli sono pronti ma…è
come se aspettassi che abbia voglia di uscire. Vedremo…
Passiamo ad altro.
Ultimamente, molti affermano che il libro digitale è il futuro. Pro
o contro?
Bella domanda! Da un
lato fatico a pensare che si possa rinunciare alla poesia che
racchiude un classico libro cartaceo che puoi toccare, sfogliare,
ascoltare nel fruscio, annusare o magari acquistare e metterlo nella
libreria riservandoti di leggerlo chissà quando. Dall’altro credo
che sarebbe presuntuoso e anacronistico voler arginare il nuovo che
avanza… Magari ci aspetta un periodo di transizione in cui avremo
entrambe le soluzioni a seconda delle situazioni.
Pensi che l'ebook sia
un'alternativa di lettura “verde”?
Anche quest’aspetto è
importante, perché no…Penso che il Mondo e la Natura meriterebbero
un rispetto “a prescindere”…come diceva Totò.
Con le comunicazioni e il
web sempre in espansione, sono usciti allo scoperto molti scrittori e
autori, che spesso si danno al self-publishing per farsi conoscere.
Credi che questi rovini o rinforzi l'immagine dello scrittore?
Oneri e onori
dell’evoluzione! Vale un po’ il discorso di prima. D’altronde
il Web è uno spazio aperto, infinito, pieno di finestre spalancate.
Non lo si può che accettare così come è correndo il rischio di una
scarsa (e illogica) selezione. Sta poi nei fruitori (nei lettori, in
questo caso) saper scegliere e valutare cosa merita e cosa meno. Mi
rendo conto che pur “tradizionalista” quale mi considero…riesci
a farmi dire cose sostanzialmente “progressiste”. Diavolo di un
intervistatore!
Pubblicando da soli,
bypassando l'editore, molti vedono i propri sogni realizzarsi. A tal
proposito, cos'è, secondo te, un sogno? Quello di fare l'autore
self-publishing è un sogno realizzato?
Non necessariamente.
Può essere uno strumento, un mezzo alternativo per realizzare un
sogno. Meglio avere qualche strumento in più ma non è detto che si
debbano sconfessare gli altri.
Quando uno scrittore si
può definire tale?
Secondo me: sempre,
quando scrive. Non sarà un professionista…potrà non essere
famoso. Ma anche in una cartolina (qualcuno scrive ancora cartoline?)
o in un biglietto d’auguri o una lettera d’amore…ci si mette
qualcosa di proprio. Si crea.. e si è maestri, per un istante, della
propria opera.
Okay. Ora sei su un'isola
deserta in attesa dei soccorsi. Che libro vorresti avere tra le mani?
Forse uno mai letto o
magari uno preferito per rileggerlo di nuovo. Magari il mio… o un
manuale di sopravvivenza. Farei anche senza un libro: l’importante
è che si sia qualcosa di simile a carta e penna per scriverne uno.
Oltre alla scrittura e
alla lettura, quali sono le tue passioni?
Gestire i miei tre
figli è una passione? Per me si… Poi amo il calcio, tifo Bologna e
ne seguo ogni sfumatura. Mi piace anche la musica ma sono molto
ancorato a quella dei cantautori italiani.
Quindi, se fossi un
insegnante, cosa insegneresti?
Mi piacerebbe
insegnare. E’ un piccolo rimpianto… Sicuramente una materia
umanistica più che tecnica: Filosofia, Italiano, Letteratura…al
massimo, come scienza, mi piacerebbe l’Astronomia.
Dai un consiglio agli
scrittori esordienti.
Scrivere sempre e
leggere molto. Scrivere per se... per la propria memoria…per gli
amici…per chi chiunque abbia voglia di leggere. E provare a
proporsi senza avere velleità di pubblicare. Al massimo una piccola
speranza ma da tenere sopita. Puoi sognare di giocare la Coppa dei
Campioni, ma se ti piace giocare a calcio devi pensare ad allenarti,
a migliorare, a trovare intanto posto nella squadra del cortile…
I primi tre valori che ti
vengono in mente.
Disponibilità.
Positività. Poi qualche anno fa avrei detto “Coraggio” ora mi
pare più appropriato “Resistenza”.
Cos'è la felicità?
Più passano gli anni
più penso che catalogarla in stereotipi sia un errore…e se cerco
la mia la trovo sempre più spesso in cose (apparentemente) piccole,
semplici anche fugaci. La felicità è un attimo…e la vita non è
che un susseguirsi di attimi.
Da Marina Paolucci: Visto
che il titolo e l’immagine che hai scelto per la copertina sono un
palese “invito a spiccare il volo”; tu dove vorresti correre nel
tuo futuro e con quali aspettative?
Il futuro è un
mistero. Quando ci penso, non so perché mi viene la ricerca
dell’infinito, dell’eternità; e mi viene anche in mente Lucio
Dalla, forse perché le sue canzoni ne erano pregne; forse perché
pareva averlo capito, esorcizzato… Allora, parafrasando una suo
pezzetto di canzone:
“all'eterno
ci ho già pensato
è eterno anche un minuto,
ogni bacio ricevuto dalla gente che ho
amato“
Grazie per il tuo tempo
Mirco Mazzini. Ora, facci un saluto.
Grazie a te,
Alex. Grazie per la compagnia. E grazie a chi vorrà leggere la
nostra chiacchierata…e come si dice: Hasta Luego!
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